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 Autodisciplina delle società quotate.

IL Deutsche Corporate Governance Codex (*).

 

 MARIO BESSONE

 

Già in occasione di altro Seminario , semplificando al massimo discorsi di grande complessità (e tuttavia senza allontanarsi molto da) si era osservato che quanto al diritto dell'economia lo scenario degli studi di comparazione documenta una decisa contrapposizione tra metodi di analisi intesi a documentare diversificazioni di ordinamento normativo e altri invece maggiormente interessati a segnalare loro possibili punti di convergenza. Si ricordi la serie dei rilievi allora svolti con particolare riguardo ai regimi di corporate governance , e la indicazione derivata dagli studiosi che (come Henry Hansmann e Reinier Kraakmann ) con sicura consistenza di argomenti alla <tendency to emphasize differences > preferiscono un approach inteso < to focus on similarities >,cosa che <provides important perspective on the potential basis for the international integration of corporate law that must necessarily take place as economic activity continues to become more global in the scope in the decades to come >,dovendosi poi considerare tutto il rilievo della self-regulation degli operatori di mercato finanziario quale source of <law> quando sia <supported,directly or indirectly, by law in the narrow sense> . Naturalmente in queste pagine di avvio del Seminario non si farà comparazione di modelli (che è lavoro specialistico per specialisti di materia ) ma semplicemente (e soltanto in via di prima approssimazione) si offriranno materiali utili per la discussione che si è deciso di svolgere con riguardo alla soft law condivisa da ormai numerosi codici di autoregolamentazione appunto in tema di corporate governance.


Come si sa corporate governance è formula che presenta tutti i caratteri (i problemi di ulteriore definizione ) e la pericolosa indeterminatezza delle formule di estrema sintesi. E' davvero il weltweit diskutierte Begriff adesso evocato da Siegfried Kumpel nella sua introduzione al Deutsche Corporate Governance Codex ,che con la organica articolazione delle sue sette sezioni già nella originaria formulazione del 2002 per il comparto delle società quotate stabiliva regole di governo societario (e privilegiava standards di contegno professionale internazionalmente riconosciuti), così da assicurare alle attività di amministrazione e gestione dell' impresa tutta la trasparenza richiesta dalla Informationsteil del codice .Per parte sua, la parte del Codex che è Empfehlungsteil prescriveva regole di miglior svolgimento delle indicate attività (e per l'appunto Verhaltensregeln consegnate a disposizioni di best practice che si devono leggere con la maggior attenzione). Nel contesto di una normativa dichiaratamente intesa a fare la necessaria chiarezza sui diritti dell 'azionista già allora a tutto questo si aggiungevano poi non vincolanti ma assai rilevanti indicazioni per una responsabile Unternehmensfurhrung.


E appunto da una responsabile amministrazione della attività delle imprese maggiormente attive sul lato dell'offerta al pubblico di strumenti finanziari si attendono importanti risultati di incremento della fiducia degli investitori nei diversi settori di industria dell'economia tedesca. Successivamente variate (nei modi che saranno precisati più avanti) , la normativa e le indicazioni di questo Regulierungsinstrument fur Aktiengesellschaften offrono ampia materia ad una riflessione in prospettiva di confronto con il codice di autodisciplina che in materia di corporate governance delle società con azioni quotate nel caso italiano si è approvato ad ottobre del 1999, e poi come si sa assoggettato ad utile integrazione correttiva a luglio del 2002 .Ma in presenza di un davvero weltweit diskutierte Begriff sarà bene fare le precisazioni necessarie per rimuovere possibili incertezze sul contenuto della formula <governo societario> ,che elaborata e consolidata nel lessico e nel mondo del common law là trova i riferimenti più numerosi in una letteratura fortemente interessata ad uscire dall'indistinto e dall'equivoco dei discorsi in astratto:Cosa comunque non facile.


Ne è segno la ricorrente considerazione di quanti appunto in ambiente (anglosassone e) nord-americano molto realisticamente avvertono che se <corporate governance has succeeded in attracting a good deal of public interest because of its apparent importance for the economic health of corporations and society in general> tuttavia < the concept (….) is poorly defined because it potentially covers a large number of distinct economic phenomenon >. E molto realisticamente si aggiunge che < it is hard to see that this 'disorder' will be any different in the future>, senza ulteriormente divagare alla ricerca della definizione totalizzante concludendosi poi che <the best way to define the concept is perhaps to list a few of the different definitions rather than just mentioning one definition>con pretese di imperativa chiusura del discorso. Già in ambiente nord-americano tuttavia sono accreditati e generalmente condivisi riferimenti della nozione di corporate governance ad interessi meritevoli di tutela e a regole di analisi economica del diritto che precisano quanto serve per fare chiarezza.


E sarà sufficiente richiamare talune enunciazioni di principio che essendo con maggior frequenza privilegiate in ambiente di common law si ritrovano poi dovunque sono all'attenzione problemi di governo societario. Talvolta (e assai discutibilmente) prevalgono gli enunciati che astraendo dalla realtà teorizzano la corporate governance quale <synonymous with shareholder democracy > ,così che dall'analisi della < relationship of a company to its shareholders > si muove per considerazioni di ordine politologico, che se guardano pur sempre alla posizione di azionisti e altre controparti dell'impresa finiscono per divagare su ciò che possa essere < its relationship to society >. Ma se lo scenario di politica del diritto è davvero complesso( e in questo senso sarà bene discutere anche gli OECD Principles of Corporate Governance ), più spesso e più utilmente si privilegia invece l'impiego di formule che evocano il <governo societario > per valutare in concreto problemi di regime giuridico delle attività di gestione delle corporations come si usa dire going public mediante la raccolta di risorse finanziarie sul mercato del capitale di rischio.


In modo particolare interessa segnalare l'assunto degli studiosi attenti al metodo della analisi economica del diritto che immediatamente affrontano questioni di razionale amministrazione dell'impresa (e perciò <the question of improving financial performance>), precisando che se il governo societario <provides the structure through which the company objectives are set, and the means of attaining those objectives> ,al tempo stesso e con riguardo ai diritti dell'azionista sono da considerare principali riferimenti per una buona governance e materia di conseguenti regole <the ways in which suppliers of finance to corporations assure themselves of getting a return on their investment>. Correttezza dell'agire di impresa ,sua trasparenza e complessiva accountability di quanti gestiscono le sue attività diventano perciò fattori costitutivi di definizioni dove la corporate governance è rappresentata come l 'intero insieme dei mezzi < by which business corporations are directed and controlled> ,contestualmente avvertendosi che perciò.<the corporate governance structure specifies the distribution of rights and responsibilities among different participants in the corporation, such as, the board, managers, shareholders and other stakeholders, and spells out the rules and procedures for making decisions on corporate affairs>.


Un assunto che ormai dovunque ( e adesso anche nel caso italiano) trova puntuali riscontri corporate governance essendo per generale opinione semplicemente <the fancy term for the way in which directors and auditors handle their responsibilities> nei confronti degli investitori che alla società apportano capitale di rischio .E se per tal via la domanda e le esigenze di protezione degli azionisti , in estrema sintesi il sistema di regole for the good of shareholders escono dal labirinto delle possibili astrazioni, la richiamata tutela degli azionisti a sua volta è soltanto l'immediato punto di emersione di una più comprensiva politica del diritto ad ampio oggetto,perché da un evoluto regime di corporate governance per tempi di capitalismo maturo contestualmente si attende un agire societario doverosamente sensibile anche a quanto sia apprezzabile interesse di ogni controparte dell'impresa,avvertendosi che in questo senso la corporate governance va pensata <as a subject, as an objective, or as a regime to be followed for the good of shareholders> ma anche nell'interesse di <employees, customers, bankers and indeed for the reputation and standing of our nation and its economy>.


Da ciò e con la medesima estensione di campo (non di rado per pura e semplice trascrizione delle enunciazioni di principio ricorrenti in ambiente di common law) , il modello concettuale variamente accreditato anche in ambiente europeo,programma del Seminario essendo appunto un confronto di orientamenti inteso a documentare convergenze tra le normative operanti nel caso italiano e quante si ritrovano in altri contesti nazionali particolarmente interessanti in una prospettiva di analisi secondo il già segnalato metodo della rilevazione di significative similarities. E per il caso italiano sarà sufficiente ricordare in via breve ciò che si era osservato in altra occasione di incontro ,constatandosi in qual misura il mondo delle società con azioni quotate e la tutela degli investitori che ad esse apportano capitale di rischio non vive soltanto di apparati normativi dello stretto diritto, di modo che certamente meritavano grande attenzione già le linee di tendenza indicate dal Codice di autodisciplina in materia di corporate governance nella sua formulazione approvata ad ottobre del 1999 .


Già in allora si muoveva infatti dal motivato assunto che la tutela degli investitori ma anche la < stabilità > e la capacità competitiva del comparto delle società going public costituiscono risultato che le norme di legge di per sé soltanto in parte possono assicurare. Ricerca del maggior valore per gli azionisti e in questo senso best practice ,impegno di responsabilità verso il mercato ed etica professionale sono infatti cosa che non si esaurisce entro l'ambito di possibile incidenza delle prescrizioni legislative .E a suo tempo si era discusso quanto ad un risultato utile possono concorrere regole di statuto che le società con azioni quotate stabiliscano di assegnarsi appunto in via di self regulation a maggior garanzia di un loro efficiente e corretto operare. Naturalmente anche nel caso italiano le disposizioni di un <codice > di <<autodisciplina > incontrano tutti i limiti di ogni prescrizione di regole interamente rimesse alla discrezionale valutazione dei loro possibili destinatari. Ma indicano pur sempre principi di corporate governance capaci di significativa incidenza ,anche nel caso italiano per il codice di autodisciplina corporate governance essendo il sistema delle modalità <secondo le quali > le imprese sono < gestite e governate>.


Perciò un intero insieme di <norme, di tradizioni, di comportamenti elaborati > in modo volta a volta diverso < dai singoli sistemi economici e giuridici > ma comunque determinanti per un razionale e corrretto operare delle società azionarie. E sia pure muovendo dalla premessa che il loro impiego è <volontario e non obbligatorio>, nel caso italiano i promotori dell'iniziativa hanno provveduto ad elaborare regole di corporate governance orientate nella direzione ovunque seguita (e come si preciserà più avanti senz'altro seguita dal Deutsche Corporate Governance Codex) . Se gli si riconosce una posizione primaria che è nella natura stessa dell'operare imprenditoriale,il principio <della libertà di organizzazione del governo di impresa> è infatti correlato ad un ampio contesto di prescrizioni dove il principio di <autodeterminazione > risulta invariabilmente associato alla richiesta una < corretta definizione delle responsabilità in un regime di perfetta trasparenza> delle attività societarie.


E assegnando al Codice di autodisciplina delle società quotate il suo <obiettivo principale> il comitato per la corporate governance ne aveva indicato con ogni evidenza la dichiarata finalità .


Finalità rappresentata come ricerca della <lmassimizzazione del valore per gli azionisti> e di quanto ne consegue in termini di <efficienza> e di <integrità> aziendale a beneficio di tutti gli altri stakeholders , intesi come tali <i clienti, i creditori, i consumatori, i fornitori, i dipendenti, le comunità e l'ambiente>, perciò l'intera serie dei soggetti e degli interessi che un evoluto ordinamento del settore deve prendere nella dovuta considerazione. E alle norme di scopo si aggiungevano predisposizioni di mezzi capaci di dare sostanza a ciò che altrimenti sarebbe pura e semplice espressione di sentimento in una materia dove servono invece congegni operativi e e non divagazioni nell'astratto dei discorsi senza contenuto. Si guardava perciò alla <centralità> del consiglio di amministrazione prefigurando sia criteri di sua <affidabile> composizione sia regole di svolgimento della attività societaria appunto riferite al <primato> dell'interesse sociale e della <massimizzazione> dei risultati utili. Si raccomandava la costituzione di un sistema di controllo interno <nei limiti del possibile> inteso a <prevenire e gestire> i <rischi di natura finanziaria e operativa> e quant'altro possa originare <danno della società>. E non mancavano altre disposizioni meritevoli di apprezzamento.


Guardando più in là delle formule di moral suasion e delle enunciazione di principio quel che tuttavia serve ( e dalla discussione si attende ) è un giudizio che dall'analisi del modello di self regulation muova per valutarne il reale rendimento quanto ad effetti di law in action , al riguardo essendo da considerare molto seriamente le obiezioni di molti che con puntuale argomentazione misurano tutta la distanza ancora esistente tra le aspettative ingenerate dal Codice di autodisciplina e i risultati in concreti termini di miglior ordinamento delle attività di società azionarie going public . E per la discussione da svolgere anche in una prospettiva di law in action riferimento obbligato sono adesso le normative che qualificano il Codice di Autodisciplina nella sua redazione del luglio 2002.Normative che si sono già valutate nell'incontro di avvio del Seminario ma dovranno essere ulteriormente valutate, con tutta la attenzione dovuta alle previsioni di un codice che come si ricorderà regola composizione e competenze del consiglio di amministrazione (insieme con nomina e remunerazione dei suoi membri) , ruolo e missioni degli amministratori indipendenti e del presidente del consiglio di amministrazione ma anche le rilevanti materie delle informazioni al consiglio di amministrazione e del trattamento delle informazioni riservate,così come le questioni del controllo interno (e del comitato per il controllo interno) ,operazioni con parti correlate , rapporti con gli investitori istituzionali e con gli altri soci (e ancora materie assembleari e posizione istituzionale dei sindaci ).


In questa prospettiva di analisi ,un sia pur sommario confronto delle previsioni del codice di autodisciplina e di corporate governance delle società con azioni quotate elaborato nel caso italiano con le previsioni del Deutsche Corporate Governance Codex presenta i numerosi motivi di interesse che saranno precisati più avanti. Ma fino da ora sarà bene segnalare in qual misura il Deutsche Corporate Governance Codex costituisce parte importante di una svolgimento normativo che nel caso tedesco si è configurato come una decisa svolta di sistema,alle speciali discipline delle società con azioni quotate dovendosi guardare nel più generale contesto delle riforme di regime dell'economia finanziaria che in modo più immediato interessano mercato mobiliare e garanzie di tutela degli investitori in titoli rappresentativi di capitale di rischio. Se in passato studiosi attenti ai problemi di disciplina giuridica dell''economia finanziaria molto realisticamente ne avevano segnalato visibili punti di caduta, occorre infatti rilevare che nel corso degli anni Novanta e ancor più ad inizio secolo < Germany has reformed its capital market regulation in ways that now afford much greater protection > degli investitori così come sono stati significativi appunto i changes in corporate governance .


E nel contesto degli svolgimenti normativi della fase storica più recente si deve segnalare per contenuti di particolare interesse il Zehn-Punkte -Programm diventato a marzo del 2003 il Finanzmarktforderplan 2006. Interesse tanto maggiore quanto più si avverte il dichiarato e stringente rapporto di continuità che intercorre tra le progettazioni normative del Finanzmarktforderplan e il Financial Services Action Plan del legislatore comunitario, i loro punti di consonanza essendo fattore che il legislatore tedesco valorizza secondo comprensibile strategia di adeguamento dell' economia finanziaria <nazionale> alla competizione <sovranazionale> che sarà il fenomeno dominante negli anni a venire. Ma ancor prima motivazione del progetto sono le esigenze già documentate dai 10-Punkte-Programm der Bundesregierung zur Verbesserung der Unternehmensintegrität und des Anlegerschutzes del 2002 ,già in allora essendo ampiamente documentati i fenomeni di crisi di impresa e di Missmanagement inevitabilmente diventati fenomeno di fallimento del mercato. Incremento dei diritti dell'investitore e contestuale incremento delle garanzie di trasparenza del mercato in questo senso dovevano essere i più immediati riferimenti per una politica del diritto contestualmente intesa a progettare una strategia di intervento legislativo a grandi dimensioni.


Si pensi alla progettazione di più incidenti discipline di per l'agire di impresa appunto con speciale riguardo alle börsennotierten Gesellschaften ,il riferimento a Persönliche Haftung von Vorstands- und Aufsichtsratsmitgliedern gegenüber der Gesellschaft essendo elemento costitutivo di una politica del diritto che trova puntuale riscontro in una strategia di estensione dell'ambito delle Klagemöglichkeiten geschädigter Anleger in modo da assicurare effettività alle garanzie di tutela degli investitori anche in via contenziosa.Parte del disegno di insieme sono anche un ulteriore incremento delle garanzie di pubblica vigilanza (nel segno della Weiterentwicklung des Aufsichtsrechts·) così come (per quanto occorra) un più rigoroso regime di prevenzione e sanzione penalistica di quanti possano essere Delikte im Kapitalmarktbereich. E tutto questo indica con chiarezza che l'orizzonte normativo del Zehn-Punkte -Programm diventato a marzo del 2003 il Finanzmarktforderplan 2006 è tutt'altra cosa da un progettare per frammenti ,in una materia dove (anche nel caso italiano) servono non interventi <stralcio> intesi a rinviare l'essenziale ad un imprecisato futuro ma per l'appunto organicità di progettazioni secondo un coerente modello di insieme.


Modello e polices che nel caso tedesco guardano secondo logica unitaria a regime delle società attive sul mercato della raccolta di capitale di rischio e delle operazioni di intermediazione mobiliare, al tempo stesso Fortführung der Börsenreform significando indispensabile attenzione alle possibili riforme del mercato di borsa, così come in tema di trasparenza e correttezza dell'agire di mercato risulta precisamente definito il necessario di continuità che lega interventi legislativi e progressivi adeguamenti del Deutsche Corporate Governance Kodex nel senso che sarà precisato più avanti .Allo stesso modo (come dovunque ) nel contesto di un disegno riformatore occupano poi posizione di rilievo la prefigurazione della necessaria Stärkung der Rolle des Abschlussprüfers ,essendo chiaro che non si danno reali incrementi delle garanzie dovute al mercato senza una più stringente disciplina di diritto contabile che molto deve mutare nel mondo della revisione (così come deve mutare la disciplina di Bilanzregeln ormai tutta da pensare nella prospettiva delle prescrizioni di genere sovranazionale).


E un modello normativo con carattere di completezza e una strategia a misura dei problemi dell'economia finanziaria finanziaria di inizio secolo necessariamente prefigurano regole a disciplina di Finanzanalysten e di Rating-Agenturen. Più di una rassegna di riferimenti particolari sarà tuttavia utile segnalare l' orientamento e il carattere distintivo con ogni evidenza condivisi dalla intera serie degli interventi legislativi degli anni recenti,essendo in questo senso assai rappresentative le enunciazioni di principio che dovevano far seguito alla progettazione del Finanzmarktforderplan 2006 ( e di una importante Gesetz zur Verbesserung des Anlegerschutzes ). Si impiega un linguaggio di grande chiarezza muovendo dalla considerazione che <Unternehmenskrisen wegen Missmanagement haben (....) das Vertrauen der Anleger in die Integrität der Unternehmensführungen und damit zugleich das Vertrauen in den Aktienmarkt tief erschüttert >. E appunto il riscontro di ricorrenti episodi di un agire professionale gravemente deviante, con la conseguente caduta della fiducia del mondo degli investitori quanto allla affidabilità delle allocazioni di portafoglio sul mercato degli strumenti finanziari,più di qualsiasi altro fattore è motivazione politica della codificazione di nuove regole dichiaratamente intese a garantire <Verbesserung der Unternehmensintegrität und des Anlegerschutzes >.


Se in questa prospettiva di politica del diritto sono stati assai numerosi gli interventi legislativi che sarebbe utile considerare , e se davvero il Zehn-Punkte -Programm diventato a marzo del 2006 Finanzmarktforderplan 2006 è progettazione del futuro di speciale rilievo , oggetto del Seminario saranno tuttavia soltanto le discipline dell'economia finanziaria prefigurate da un Corporate Governance Codex di ampia incidenza. Una volta stabilito che destinatarie delle prescrizioni del Deutsche Corporate Governance Codex sono le società quotate, la loro osservanza tuttavia è infatti fortemente raccomandata anche alle società non quotate in mercati regolamentati. Si tratta di normative ad ampia valenza e per principio di sistema aperte alla periodica revisione che di tempo in tempo possa rendersi necessaria in considerazione dei mutamenti di contesto dell'economia finanziaria ( in linea di principio essendo prevista loro revisione annuale) .Sarà bene considerare con la dovuta attenzione già le prescrizioni del Codex segnalate come Empfehlungen regole dell'agire che se non hanno carattere di imperatività comunque impegnano pur sempre le imprese destinatarie a render pubblica la loro eventuale inosservanza,meritando tuttavia attenzione anche le indicazioni del Codex pure costituenti soltanto Kodex Anregungen (di modo che per esse non esiste l 'indicato obbligo di disclosure ) ma naturalmente la attenzione principale si deve riservare alle disposizioni del Codex: che vincolano le imprese <als geltendes Gesetzesrecht>,specialmente in quanto si tratti di a valere sia per le società quotate che per altre ihre Konzernunternehmen secondo criterio di appartenenza di gruppo.


Da ciò lo scenario di insieme di una disciplina con caratteri di significativo rilievo e intesa a conseguire i risultati indicati già dal Preambolo del codice di Corporate Governance .Si stabiliscono le disposizioni considerate necessarie ( e essenziali) per assicurare una vigilata gestione delle società di diritto tedesco <quotate> che uniformandosi a standards condivisi alla scala sovranazionale garantisca corretta e responsabile direzione di impresa. Si perseguono finalità di trasparenza e di accountability dell'impresa societaria immediatamente correlate alla dichiarata intenzione di accrescere la fiducia degli investitori, dei dipendenti e delle controparti dell'impresa così come del <pubblico> complessivamente considerato. Più precisamente, <der Kodex soll das deutsche Corporate Governance System transparent und nachvollziehbar machen> essendo la sua dichiarata politica del diritto al True-and-fair-view-Prinzip orientiert (ma di ciò si dovrà dire con ampiezza di riferimenti più avanti).


Secondo quanto è finalità primaria di ogni normativa di corporate governance il codice in ogni caso <verdeutlicht die Rechte der Aktionäre, die der Gesellschaft das erforderliche Eigenkapital zur Verfügung stellen und das unternehmerische Risiko tragen.> .Perciò chiarezza e regime di garanzia appunto quanto ai diritti degli azionisti che apportando alle società capitale di rischio ne derivano partecipazione al rischio d'impresa. Ma al tempo stesso e necessariamente regole di assetto e regime del Vorstand consiglio di gestione e dell'Aufsichtsrat consiglio di sorveglianza secondo il sistema dualistico dell'ordinamento tedesco,principi contabili espressamente intesi a una rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale, finanziaria e reddituale dell'impresa sono struttura portante del Deutsche Corporate Governance Codex e riferimento obbligato per le valutazioni di confronto che si è deciso di svolgere, seguendo una linea di discorso che per quanto possibile serva a fare chiarezza anche con riferimento alla interrelazione tra regole di corporate governance e quanto ormai sempre più spesso si definisce responsabilità sociale dell'impresa (continua ).

(*) Queste pagine trascrivono una prima parte dell' intervento svolto in apertura di un <incontro di seminario> del corso di Diritto dei mercati finanziari in programma alla Facoltà di Giurisprudenza della Università di Roma <La Sapienza>.